Italy – Korea, Art & Culture.

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Acknowledging the differences

Sabato 27 ottobre, alle ore 17:30, inaugura Italy – Korea, Art & Culture Acknowledging the differences, nella suggestiva cornice della Sala della Tinazzara del Museo Nazionale di Ravenna. La mostra è organizzata da Capit Ravenna e Bomnamu Art Seoul in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Ravenna e il Museo Nazionale di Ravenna. Sarà l’occasione per vedere l’arte di giovani, ma affermati, artisti coreani e italiani a confronto. L’evento si avvale dei patrocini di Comune e Provincia di Ravenna e della Regione Emilia-Romagna.

Un ponte per l’Oriente

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Acknowledging the differences è un progetto ambizioso. Nato nell’ambito della collaborazione tra Capit Ravenna e Bomnamu Art, ha l’obiettivo di costruire un ponte tra due lontane penisole, quella coreana e lo Stivale. Distanti geograficamente, tra di esse vi sono però parecchie sorprendenti analogie. Per farlo si è scelto di abbattere le barriere linguistiche con la forza delle immagini, del colore, della materia, nel tentativo di andare oltre alla superficiale fascinazione che Italia ed Estremo Oriente esercitano reciprocamente. Laddove la moderna ingegneria nulla può, l’arte può fare miracoli, collegando luoghi a migliaia di km di distanza.

La speranza è che la mostra Italy – Korea, Art & Culture e gli eventi collaterali ad essa legati non rimangano un caso isolato, ma il principio di una serie di fruttuosi scambi culturali. Proprio per questo è importante la scelta di Ravenna come sede. Una città d’arte che, grazie alla sua storia e al suo porto, da secoli volge lo sguardo ad est. Quello con l’Oriente è un legame radicato profondamente, non solo nell’eredità artistica bizantina, ma anche nella tradizione popolare, nel dialetto e addirittura nel gioco ai tavoli dei bar e dei circoli. Si tratta di un’occasione per gettare uno sguardo al futuro, che ci viene offerta dal nostro passato.

Gli artisti

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I protagonisti di Italy – Korea, Art & Culture sono otto artisti, quattro coreani e quattro italiani. Tradizioni, culture e approcci alla contemporaneità diversi si incontrano, per dare vita ad un dialogo nel linguaggio multiforme, ma al contempo universale, dell’arte.

Bo Mi Kim e Yusun Jung propongono una pittura fortemente legata alla tradizione, ma dal messaggio estremamente attuale. L’uso di carta coreana, di inchiostri e pigmenti minerali sono strumenti per una ricerca introspettiva. L’ispirazione nasce dalla solitaria contemplazione della natura, ma si schiude ad indagare i legami interpersonali. Le sperimentazioni di Dae Chul Lee e Jun Young Kang si discostano maggiormente dalla tradizione, mediante la scelta di materiali innovativi e con una forte componente materica, che crea un originale connubio tra scultura e pittura.

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Ettore Frani è tra i più importanti artisti italiani della sua generazione. Si esprime attraverso una pittura poetica ma al tempo stesso potente, in equilibrio tra forma e contenuto, tra luce ed ombra, mentre nelle tele di Federica Giulianini i contrasti si attenuano in un cromatismo delicato che cattura le vibrazioni della natura. Le ceramiche di Luca Freschi indagano l’alterità della figura umana, la memoria personale e collettiva.Sara Vasini, mosaicista e scultrice, presenta un’installazione dal titolo The bell jar, ispirata al libro di Sylvia Plath.

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La mostra sarà visitabile dal martedì alla domenica, negli orari di apertura del Museo Nazionale, fino al 25 novembre 2018.